Il Potere delle Parole, Giorno 8
Leslie Basham: Le parole possono ferire profondamente, come ricorda questa donna.
Donna: Quando penso al potere delle parole, mi viene in mente una parola che ancora mi condiziona. Quante volte, da ragazza, mio padre mi chiamava "Stupida".
Leslie: Oggi sentiremo parlare di come Dio può liberare dal dolore.
Questo è Revive Our Hearts con Nancy DeMoss Wolgemuth, coautrice di True Woman 101, del 29 giugno 2017.
Le parole penetrano, specialmente quelle crudeli. Il senso di quelle parole, può rimanere dentro di te per molto tempo, dopo che le onde sonore scompaiono. Durante l'attuale serie di insegnamenti, Nancy vi ha sfidato a usare le vostre parole con saggezza. Non dite cose dure che penetrano l'anima di chi le riceve. Oggi arriviamo alla conclusione de’ "Il potere delle parole".
Nancy DeMoss Wolgemuth: Ho un piccolo libro devozionale che leggo ogni tanto. Forse ne avete già familiarità, si intitola “Luce Quotidiana”. Contiene …
Leslie Basham: Le parole possono ferire profondamente, come ricorda questa donna.
Donna: Quando penso al potere delle parole, mi viene in mente una parola che ancora mi condiziona. Quante volte, da ragazza, mio padre mi chiamava "Stupida".
Leslie: Oggi sentiremo parlare di come Dio può liberare dal dolore.
Questo è Revive Our Hearts con Nancy DeMoss Wolgemuth, coautrice di True Woman 101, del 29 giugno 2017.
Le parole penetrano, specialmente quelle crudeli. Il senso di quelle parole, può rimanere dentro di te per molto tempo, dopo che le onde sonore scompaiono. Durante l'attuale serie di insegnamenti, Nancy vi ha sfidato a usare le vostre parole con saggezza. Non dite cose dure che penetrano l'anima di chi le riceve. Oggi arriviamo alla conclusione de’ "Il potere delle parole".
Nancy DeMoss Wolgemuth: Ho un piccolo libro devozionale che leggo ogni tanto. Forse ne avete già familiarità, si intitola “Luce Quotidiana”. Contiene letture quotidiane per la mattina e per la sera, le quali sono versetti tratti dalle Scritture. Nessun commento, solo versetti tratti dalle Scritture.
Devo solo condividere con voi, ciò che questo libro dice nella lettura di questa mattina. Stamattina presto, mentre leggevo questi versi pensavo che, anche se non parlano specificamente della lingua, ci danno però una vera linea guida. Questi versi ci danno una linea guida su come rispondere alla convinzione dello Spirito di Dio in qualsiasi area della nostra vita. Voglio quindi applicarla a ciò che abbiamo sperimentato come convinzione di Dio, in relazione alle nostre parole e alle nostre lingue.
L'intestazione in alto è tratta da Lamentazioni 3, versetto 40, e dice: "Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola, e torniamo al Signore". La ricerca, l'introspezione, non ha lo scopo di portarci allo scoraggiamento o alla sconfitta. Ha lo scopo di condurci al pentimento. Ecco perché la convinzione dello Spirito Santo è una buona cosa.
La bontà di Dio ci porta al pentimento, ed è un bene che Dio ci dia la Sua Parola. È un bene che Dio ci dia queste sfide e questa convinzione. Se non sperimenti mai convinzione quando leggi la Parola di Dio, allora hai bisogno di chiederti, "Sono una figlia di Dio?" Perché se sei credente, di sicuro sperimenterai convinzione, quando vagli la tua vita alla luce della Parola di Dio, come abbiamo sperimentato persino in queste sessioni.
Quindi Lamentazioni dice: "Esaminiamo la nostra condotta, valutiamola, e torniamo al Signore". Il versetto seguente, in questa lettura, è Salmo 26:2, dove il salmista dice: "Scrutami, o Signore, e mettimi alla prova; purifica le mie reni e il mio cuore".
Così il salmista sta aprendo il suo cuore a Dio, come anche noi abbiamo cercato di fare in questi giorni, e dice: "Signore, voglio che tu esamini il mio cuore; voglio che tu mi esamini, che tu mi metta alla prova". Ci siamo addentrate nel libro dei Proverbi, il quale ci ha somministrato un test sulla nostra lingua. Quante di voi direbbero: "Sento di aver davvero fallito questa prova mentre eravamo su Proverbi"? Quasi tutte le mani qui erano alzate, e quelle che non avevano la mano alzata, è perché non hanno capito la domanda. (Risate)
Abbiamo fatto un test, e quando la nostra vita viene esaminata dalla Parola di Dio, tutte noi falliamo, senza l'opera dello Spirito di Dio nei nostri cuori che trasforma e santifica. Ma il punto di partenza per il cambiamento è lasciare che Dio ci esamini. Noi esaminiamo i nostri stessi cuori e poi lasciamo che Dio ci esamini.
Poi il passo continua con il Salmo 119, versetto 59, "Ho esaminato le mie vie". Questa è una buona cosa da fare quando Dio ci parla; fermarsi e pensare alle nostre vie, riflettere su ciò che Dio ci sta dicendo. Tante volte sentiamo un messaggio in chiesa o leggiamo qualcosa durante il nostro tempo libero, o veniamo a una di queste sessioni; sentiamo qualcosa alla radio cristiana e diciamo: "Sì, è giusto". Ma poi passiamo tranquillamente ad altro, e non ci fermiamo per lasciare che la convinzione si consolidi.
Il salmista dice: "Ho esaminato le mie vie". Poi cosa ha fatto? Si è pentito. Dice: "ho orientato i miei passi verso le tue testimonianze" (Sal. 119:59). "Ho cambiato il mio corso". "Ho cambiato direzione". "Mi sono affrettato a osservare i tuoi comandamenti" (Sal. 119:60). Ecco l'obbedienza.
Quindi Dio ci sta confrontando e noi abbiamo lasciato che Lui esaminasse i nostri cuori. Vogliamo avere un cuore pentito, il che significa tornare indietro, non continuare a giustificare il modo in cui abbiamo usato la nostra lingua. Ora vogliamo assumerci la responsabilità per il modo in cui stiamo usando la nostra lingua. Dobbiamo obbedire e confidare che Dio ci dia il potere del Suo Spirito Santo per obbedire in ambiti in cui ne vediamo chiaramente l’impossibilità.
Questo passaggio del libro, inserisce un versetto che all'inizio sembrerebbe un po' fuori luogo, ma non lo è affatto. Si trova in 1Corinzi 11, versetto 28. Dice: "Ora ciascuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva dal calice". Una volta che ti esamini, lasci che Dio ti esamini e vedi la corruzione, la malvagità, la stoltezza che è nel tuo cuore, come farai a liberarti da questo? Penserai “Questo è ciò che sono”; perciò il senso di colpa può insediarsi, pesare su di te ed essere opprimente… Fino a quando non vai alla croce
"Che mangi del pane e beva del calice". Cosa sta dicendo? Prendi il pane e il vino; vai a Cristo; corri a Cristo per trovare rifugio, grazia, perdono. Ecco cos'è la croce, è il corpo di Cristo spezzato per noi; è il sangue di Cristo versato per noi sulla croce; è la nostra unica speranza quando Dio ci mostra le necessità della nostra vita.
Così la lettura continua dicendo: "Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1 Giovanni 1:9). Confessa, riconciliati con Dio su ciò che ti ha mostrato; l'appoggio di qualcuno potrebbe aiutarti. Forse tuo marito, o una sorella in Cristo, da cui puoi andare dopo questa sessione e dire: "Ecco cosa Dio mi ha mostrato riguardo ai bisogni di cambiamento nella mia vita, in relazione alla mia parola, alla mia lingua".
Confessarlo prima a Dio e poi anche orizzontalmente essere oneste l'una con l'altra su ciò che Dio ci ha mostrato, è un passo di umiltà. Se confessiamo i nostri peccati a Lui, se siamo d'accordo con Dio su ciò che ci ha mostrato, Lui ci perdonerà a causa di ciò che Cristo ha fatto per noi. Ci purificherà da ogni ingiustizia.
Questa lettura inclusa in “Luce Quotidiana”, riprende il concetto, riportandoci alla prima lettera di Giovanni e poi alla lettera agli Ebrei. "Abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati" (1 Giovanni 2:1-2). Ora, “propiziatorio” è una parola grossa che la maggior parte di noi non usa nella conversazione quotidiana, ma significa semplicemente che attraverso il sacrificio di Cristo sulla croce, Egli ha soddisfatto l'ira di Dio - la giusta ira di Dio - contro il mio peccato.
Ha sopportato la pena, ha pagato il prezzo, ha soddisfatto l'ira di Dio, così ora non devo più subire l'ira di Dio per il mio cuore malvagio e sciocco, e per le mie parole. Ora Lui è in cielo ed è il mio avvocato; sta portando il mio caso davanti a Dio; sta supplicando per me; sta intercedendo per me.
Alcune di voi qui sedute, forse si stanno ponendo degli obiettivi e si propongono di non urlare mai più contro il proprio marito. Non urlerete mai più contro i vostri figli. Non direte mai più una parola sbagliata. Però vi dico che lo farete ancora. Quando lo farete, avrete bisogno di qualcuno che perorerà il vostro caso davanti al Padre; qualcuno che dirà: "Padre, accetta la mia giustizia". Questa è la giustizia del Signore Gesù, e la Sua giustizia può coprirci, purificarci e lavarci.
Così lo scrittore agli Ebrei dice: "Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù…" (Eb. 10:19). A proposito, potete immaginare che dopo quello che abbiamo visto sui nostri cuori e sulle nostre lingue, possiamo ancora entrare con coraggio alla presenza di un Dio santo? È fantastico! Dopo la condanna e il senso di colpa, di fallimento e di stoltezza che pesa su di noi, ora ci viene detto che dovremmo avere l'audacia di entrare nel luogo più santo, alla presenza di Dio, come? Per mezzo del sangue di Gesù.
"Per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, avviciniamoci" (Eb. 10:20-21). A chi ci stiamo avvicinando? A Colui che abbiamo offeso con le nostre lingue. Egli dice: "Avviciniamocicon cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura" (Eb. 10:21-22). L'acqua della Parola, l'acqua dello Spirito.
Quindi voglio incoraggiarvi, c'è grazia per i peccatori; c'è misericordia per i falliti; c'è il sangue di Cristo per i nostri cuori e le nostre lingue malvagie e peccatrici. Prendetelo e rendete grazie per esso.
Donna: Prima di tutto, voglio solo dire grazie al Signore per la convinzione e l'incoraggiamento che trovo stando qui oggi. La questione del potere della lingua è qualcosa sul quale Dio sta davvero lavorando con me negli ultimi mesi. Quando penso al potere delle parole, mi viene in mente una parola che ancora mi condiziona. Quante volte, da ragazza, mio padre mi chiamava "Stupida".
Da bambina ero una lettrice insaziabile. Ero costantemente alla ricerca della conoscenza. Ero alla ricerca di informazioni, e di mezzi per riscattarsi dal senso di stupidità. Riconosco che a volte, quello che mi succede, è che condivido informazioni pensando che possano essere di aiuto o che possano essere ben ricevute, ma in realtà, non sempre lo sono.
Proprio ieri, mi è capitato di voler dare una semplice spiegazione del perché avevo bisogno di staccare il telefono. Mi è stato ricordato che non avevo bisogno di condividere quelle informazioni. Non c’era bisogno di spiegare ad altri quello che stava succedendo, solo perché non pensassero che fossi stupida.
Ho ancora un grande dolore perché non ho risolto alcune ferite ricevute da mio padre, a causa delle quali non l'ho mai onorato. Ho bisogno di andare da lui e chiedergli di perdonarmi.
Nancy: Parliamo un attimo di cosa provi quando sei tu la destinataria delle parole offensive. Tutte noi lo siamo state. Alcune di noi hanno cuori molto sensibili e teneri, e questa è una buona cosa. Ma il nemico può usare quella tenerezza, quella sensibilità e quella meravigliosa memoria che alcune di noi hanno, per farci vivere nella sconfitta. Quindi, cosa dice la Scrittura su come puoi rispondere quando ricevi parole offensive?
Mi vengono in mente diversi passaggi. Prima di tutto, dobbiamo tornare alla Parola. "Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio" (Giovanni 1:1). Chi è la Parola? Gesù Cristo è la Parola di Dio, e la Parola si è fatta carne e ha abitato tra noi. Gesù Cristo, che è l'espressione, la rivelazione di chi è Dio, è la Parola. Venne su questa terra e, secondo quello che dice il Salmo 107, versetto 20: "Mandò la sua parola e li guarì".
Ora, il ministero di Cristo è multiforme. Naturalmente, il Suo proposito nel venire sulla terra, era redentore. Era quello di andare sulla croce, soffrire e morire e portare la pena per i nostri peccati. Parte di ciò che Egli portò sulla croce, furono tutti i cuori mortificati, malvagi e pieni di odio, che produssero parole mortificanti, malvagie e piene di odio. Quelle che abbiamo detto e quelle che ci sono state dette.
Gesù ha pagato la pena, che è la morte. La morte e la vita sono in potere della lingua. Lui ha preso la morte che è il frutto delle nostre parole cattive e il frutto delle parole cattive che ci sono state dette. "Per le sue piaghe", dice 1 Pietro capitolo 2, versetto 24, "siete stati guariti". C'è una guarigione disponibile per noi attraverso la croce di Cristo. Questa è parte del motivo per cui Dio ha mandato la Sua Parola nel mondo, in modo che la Sua Parola potesse guarirci da tutti i danni che le parole ci hanno recato e i danni che le nostre parole hanno recato agli altri.
Dobbiamo tornare alla croce; è lì che il prezzo è stato pagato; è lì che la pena è stata scontata; è lì che il peccato è stato trattato.
Ora, quando andiamo alla croce di Cristo, lì c'è speranza, c'è fede, ma c'è anche guarigione; c'è liberazione; c'è piena libertà a nostra disposizione. Non dovete più vivere come un manichino, un serpente, o come altre cose che vi sono state dette, che avete ascoltato di continuo, e che ora, dopo decenni, stanno ancora tormentando i vostri cuori. Non dovete vivere in quella schiavitù. Potete vivere guarite e libere, perché Dio ha mandato la Sua Parola e ci ha guarite. È attraverso la croce che c'è guarigione, libertà e liberazione.
Bene, cosa facciamo ora che siamo in Cristo? Come possiamo essere strumenti di quella guarigione per altre persone la cui vita è diventata un problema? Come possiamo appropriarci di quella guarigione? Come possiamo rispondere anche adesso che siamo credenti, a quelle parole che fanno male?
Nella prima Lettera di Pietro ci sono alcuni consigli molto pratici e saggi su come rispondere agli insulti, agli attacchi che sono attacchi verbali. 1Pietro capitolo 3, versetto 8: "Infine, siate tutti concordi, compassionevoli". Ricordate, quelle di noi che sono in Cristo, abbiamo detto che siamo un corpo. Ecco perché è un grande peccato dire parole offensive, piene di odio, brutte, scortesi, false, inutili; perché quando lo facciamo, dividiamo le amicizie; dividiamo le relazioni; dividiamo i matrimoni usando parole che sono mortali.
Quello che Pietro dice, è che il problema delle parole non inizia con le parole. Inizia nel cuore. Siate di una sola mente, siate ciò che siete in Cristo, cioè una sola mente, un solo corpo, una sola persona in Cristo. Abbiate compassione gli uni per gli altri; amatevi come fratelli; siate teneri di cuore; siate cortesi. Tutte queste cose sono una questione che riguarda il cuore. Nella misura in cui ci occupiamo di queste questioni del cuore, scopriremo che saremo aiutate su ciò che esce dalla nostra bocca e dal modo in cui rispondiamo alle parole degli altri. Tutto inizia dal cuore.
Poi dice, al versetto 9, e qui è dove entrano in gioco le parole: avendo affrontato i problemi di cuore, avendo compassione gli uni per gli altri, amando il fratello, essendo teneri di cuore, essendo cortesi gli uni con gli altri… "9 non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio".
- Primo principio, riconoscere la propria ferita.
- Secondo principio, lascia che l'amore di Dio riempia il tuo cuore in modo che tu reagisca, risponda e parli dall'amore di Cristo, con tenerezza di cuore anche a coloro che hanno detto cose cattive, odiose.
- Poi, il terzo principio: “Non restituire male per male”. Assicurati di non ricambiare l'oltraggio.
Pietro sapeva quello che tutte noi sappiamo, che questo è ciò che per noi è più naturale. Quando siamo state ferite, la nostra reazione spontanea è quella di vendicarci o di difenderci; di restituire in qualche modo il torto. Potremmo non biasimare quella persona direttamente, ma potremmo biasimarla parlandole dietro le spalle. Questa è la reazione naturale, e Pietro dice di non farlo. Voi siete uno; operate secondo il cuore che Dio ha messo in voi, il quale è un cuore amorevole, cortese, tenero, che produce un amore fraterno per l'altro. Non restituite male per male, o offesa per offesa.
Ma non si ferma lì, quello che dice dopo, penso sia uno dei principi più liberatori che troviamo in tutta la Parola di Dio.
- [Quarto principio] Dice, al contrario, non dare male per male; non vendicarti; non restituire gli oltraggi, ma invece, benedici, ricambia con benedizione.
A chi si riferisce? Alle persone che ti hanno fatto del male, le persone che ti hanno insultato, le persone che ti hanno detto cose orrende. Che cosa restituisci? Una benedizione. Parla con parole di benedizione, su di loro, a loro, nella loro vita.
Alcune di voi qui presenti, hanno appena colto l'opportunità di benedire coloro che le hanno insultate, facendolo così diventare strumento di guarigione nella loro vita, e sperimentando liberazione dalla schiavitù di quelle ferite. Ora, questo non significa che lo avete rimosso dalla vostra memoria, che non ci sia ancora dolore associato a questo, ma c'è libertà, c'è liberazione conseguente alla benedizione che avete dato.
Poi continua dicendo: "Poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione" (1 Pietro 3:9). Sei stata chiamata per ereditare una benedizione e poiché hai una benedizione, puoi dare una benedizione a colui che ti ha offeso. Così dice, verso 10, "Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici. . ."
Se vuoi sperimentare il massimo dalla vita, se vuoi sperimentare la più ricca benedizione di Dio nella tua vita, se vuoi una vita piena e significativa che non sia controllata da ciò che gli altri ti hanno detto, continua Pietro: "…trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra dal dire il falso" (1Pietro 3:10).
Nota che ha iniziato parlando di persone che ti insultano. Ora, sta dicendo che se vuoi avere una vita benedetta, la chiave non è stare lontano dalle persone che ti offendono. Ma, la chiave per una vita benedetta è guardare la tua lingua, guardare le tue parole.
Questo mi ricorda Proverbi 15, versetto 23, il quale penso che sia una meravigliosa rivelazione nella Parola di Dio: "Uno prova gioia quando risponde bene". Vedete, noi tendiamo a pensare che la nostra gioia sia determinata da ciò che gli altri ci dicono. Così quando qualcuno ci dice qualcosa di offensivo, questo uccide la nostra gioia molto velocemente.
Ci ritroviamo scoraggiate, avvilite, frustrate, arrabbiate, desiderose di vendicarci, magari in maniera sottile. Diciamo: "Quella persona, il modo in cui quel membro della famiglia si comporta, il modo in cui quel collega lavora, la lettera che ho ricevuto da quella persona, il modo in cui quella persona mi ha parlato"… tutto questo può semplicemente toglierci il vento dalle vele. La morte e la vita sono in potere della lingua.
Ma i Proverbi dicono che la gioia di un essere umano, non dipende da ciò che gli altri gli dicono, ma da come risponde a coloro che gli parlano. Quanto appropriata è una parola detta a tempo debito. Pertanto, la gioia viene quando rispondiamo con una benedizione; viene per mezzo della benedizione che restituiamo, in cambio dell'offesa ricevuta.
Ora, pensa a quel collega le cui parole taglienti ti hanno ferito. Il momento in cui pensi a quel ragazzo che ti parlò in modo sgarbato; è ancora come un coltello, o una spada nel tuo cuore. Qualcuna di voi sta ancora portando la ferita della spada delle parole che le sono state dette da bambina, dai propri genitori, anche se magari non sono più in vita.
Non ti prometto che Dio ti metterà in condizione di dimenticare. Non ne sono sicura, Dio potrebbe usare quello stesso ricordo per mantenere il tuo cuore tenero. Sto invece dicendo che non dovrai più vivere sotto schiavitù; se sei una figlia di Dio, potrai avere il tuo cuore pieno dell'amore di Cristo, e il potere del Suo Spirito Santo di non ricambiare il male, di non ricambiare l'oltraggio, di non disonorare chi ti ha disonorato, ma di ricambiare con benedizione. Custodisci la tua lingua, trattieni la tua lingua dal male, trattieni le tue labbra dall'inganno, e allora trarrai gioia dalla risposta della tua stessa bocca.
Poiché Dio attraverso la Sua Parola ha guarito il tuo cuore ferito, magari da parole che altri ti hanno detto, tu diventerai, attraverso la croce di Cristo applicata al tuo cuore, uno strumento di grazia e di guarigione e una fonte di vita per gli altri. Egli, con la Sua Parola li guarisce. Cosa fai una volta che tu sei stata guarita? Prendi quella Parola e diventi uno strumento di guarigione nella vita di qualcun altro.
Alcune di voi hanno l'opportunità ora di trasmettere ai loro figli e ai loro nipoti, il tipo di benedizione, di incoraggiamento, di speranza e di vita che non hanno ricevuto dai loro genitori. Quindi lasciate che il ricordo sia una fonte di benedizione.
Ho a che fare con alcune persone che sono così negative, così critiche, e a volte mi capita di sentirmi abbattuta, demoralizzata e scoraggiata. Ma poi Dio mi dice di lasciare che quelle persone e il modo in cui mi influenzano, siano uno specchio per vedere come le mie parole possono ferire e influenzare gli altri in modi di cui non mi rendo nemmeno conto. Probabilmente neanche loro si rendono conto dell'impatto che le loro parole stanno avendo su di me. Dio mi dice: “Lasciami invece riempire il tuo cuore con il tipo di amore che si esprime attraverso benedizioni e incoraggiamenti, i quali diventano mezzi di guarigione per gli altri.
Leslie: Nancy DeMoss Wolgemuth, conclude così, una serie chiamata "Il potere delle parole". Le nostre ascoltatrici hanno visto la potenza delle parole che usano. E abbiamo concluso con la speranza che Dio ci guarisca da qualsiasi parola crudele che abbiamo ricevuto da altri. È stata una serie importante, e se te ne sei persa qualcuna, spero che tornerai ad ascoltarla su ReviveOurHearts.com, o che ne ordinerai una copia su CD, sul sito.
Spero che seguiate questi importanti insegnamenti e li applichiate seriamente nella vostra vita. Un modo potente per realizzarlo è quello di iscriversi alla Sfida del “Potere delle Parole per 30 Giorni”. Ecco come funziona. A partire dal 1° luglio, esercitati a non usare le tue parole per criticare, mentire, calunniare o abbattere le persone. Quel giorno, ti aiuteremo inviandoti un promemoria quotidiano via e-mail. Questa e-mail conterrà una breve riflessione sul peso delle nostre parole da parte dell'autrice Mary Kassian o della nostra conduttrice, Nancy DeMoss Wolgemuth.
Riceverai trenta di queste e-mail, una ogni giorno, e sai una cosa? Se ti ci dedichi seriamente, potresti sviluppare una nuova abitudine di usare le tue parole per edificare gli altri. Devi iscriverti a questa sfida entro il 30 giugno. Puoi farlo e ottenere tutti i dettagli su ReviveOurHearts.com.
Quando cerchi di discepolare altre donne, se loro non hanno un cuore umile e disposto a imparare, questo non funzionerà. Ma non funzionerà nemmeno se tu manchi di umiltà. La dottoressa Veronica Ellen ti mostrerà come iniziare le relazioni di affiancamento con un cuore umile. Per favore, tornate per “Ravviva i Nostri Cuori”.
Nancy DeMoss Wolgemuth, con “Ravviva i Nostri Cuori”, vuole aiutarti a domare la tua lingua. È un'iniziativa di Life Action Ministries.
Tutte le Scritture sono tratte dalla Nuova Riveduta 2006, se non diversamente indicato.
1 Daily Light on the Daily Path è una lettura scritturale cristiana di devozione quotidiana pubblicata da Bagster & Sons intorno al 1875. Da allora è stata ristampata continuamente. Nancy usa quella adattata da Ann Graham Lotz.
*Offerte disponibili solo durante la trasmissione della stagione dei podcast.
Argomenti:Parole e Lingua.
https://www.reviveourhearts.com/podcast/revive-our-hearts/power-words-day-8/
*Offers available only during the broadcast of the podcast season.